segunda-feira, outubro 30, 2006

Capitulo 36 : Calabria


CALABRIA


POSIZIONE GEOGRAFICA

La Calabria è una regione dell’ Italia Meridionale.
Il suo territorio costituisce la parte più a Sud della penisola italiana.
Confina a Nord con la Basilicata, a Est con il Mar Ionio, a Sud con lo Stretto di Messina, un breve tratto di mare che la divide dall’ isola della Sicilia, e a Ovest con il Mar Tirreno.


GEOGRAFIA FISICA

Attraversata interamente dall’ Appennino Calabro, la regione ha costituzione montuosa per il 42 % e collinare per il 49 %.
Le pianure, che rappresentano il 9 % del territorio, le si incontrano lungo la vasta estensione costiera ( oltre 500 chilometri ) e nelle vallate dei fiumi Crati a Nord, e Mesina a Sud.
Il terreno calabro è di natura cristallina nei rilievi montuosi, favorendo, con la sua impermeabilità, la crescita di boschi con caratteristiche tipicamente alpine.
Le montagne degradano verso il mare in ampie zone collinari prevalentemente di natura argillosa, causando fenomeni idrogeologici come frane e alluvioni alquanto preoccupanti.
A questo si sta provando a sopperire con un intenso rimboschimento e la creazione di zone terrazzate, propizie all’ agricoltura.
I rilievi montuosi sono caratterizzati dalla presenza di massicci particolarmente alti e molto distanti tra di loro.
Al confine con la Basilicata si erge quello del Monte Pollino ( oltre 2.200 metri ), scendendo fin quasi il centro della regione si incontra il grande Massiccio della Sila, dove la vetta più alta, il Monte Botte Donato, raggiunge i 1.928 metri, mentre nell’ estremità Sud, vicino a Reggio Calabria, si eleva quello dell’ Aspromonte ( 1.956 metri ).
I fiumi che scendono dagli Appennini verso il mare sono numerosi ma di relativa importanza, in quanto la loro portata d’ acqua è scarsa e irregolare.

I più importanti, oltre ai già citati Crati e Mesina, sono il Neto, il Savuto e il Tacina.
Per sopperire all’ inesistenza di laghi naturali, sono stati creati dei bacini artificiali come il Lago di Cecita che, oltre a favorire l’ agricoltura, forniscono una discreta quantità di energia elettrica.
Intensa purtroppo l’ attività sismica, come testimoniano i catastrofici terremoti del 1783 e del 1908.



GEOGRAFIA POLITICA

Con la sua superficie di 15.080 chilometri quadrati, la Calabria è la decima regione più grande d’ Italia.
Nonostante la buona dimensione territoriale, gli abitanti sono relativamente pochi ( circa due milioni ), dovuto più che altro al fatto che questa regione, come gran parte tra quelle dell’ Italia Meridionale, è stata soggetta a fortissime emigrazioni, causate dalle scarse infrastrutture e dal basso sviluppo industriale.
Oggi colonie del popolo calabro sono presenti un pò ovunque : oltre a vari paesi europei le incontriamo in grande numero sia nell’ America del Nord che nell’ America Latina.
La regione è divisa in cinque province : Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, e le recenti Vibo Valentia e Crotone. La città con maggior numero di abitanti è Reggio Calabria ( 175.000 ), al secondo posto è Cosenza ( 105.000 ), al terzo il capoluogo di regione Catanzaro ( 103.500 ).
Oltre ai cinque capoluoghi di provincia, di forte interesse demografico regionale sono da considerare anche le città di Rossano Calabro, Castrovillari, Paola, Nicastro, Lamezia Terme, Tropea, Locri, Palmi, Gioia Tauro, Taurianova, Cassano Ionico, Cetraro e Cirò.
Le vie di comunicazione sono ancora scadenti per il prestigio della regione, l’ Autostrada principale è quella che collega Salerno a Reggio Calabria ( A – 3 ), tristemente famosa per la sua alta pericolosità.



CLIMA

Situata nel profondo Meridione italiano, attaccata a un lembo di terra e circondata dal mare, il clima della Calabria è tipicamente mediterraneo.
Nei mesi invernali l’ interno della regione ( in particolar modo nei Massicci della Sila e dell’ Aspromonte ) è caratterizzato da temperature abbastanza fredde e forti nevicate ; sui litorali il clima è relativamente mite e bassa umidità.
Nei mesi più caldi la Calabria gode di estati ben asciutte e temperate ( 25 – 35 gradi ) specialmente nelle zone costiere.


STORIA DELLA REGIONE

Ricchissima la storia calabra, soggetta per secoli a forti interessi politici – commerciali, creati soprattutto dalla sua interessante posizione strategica.
Le prime presenze umane che lasciarono il segno delle loro civiltà in questa regione furono gli antichissimi popoli italici dei Morgeti e dei Bruzii.
Ma fu nell’ VIII º sec. a. C., con l’ inizio della colonizzazione greca, che la Calabria attraversò uno dei periodi più floridi di tutta la sua storia.
Nei cinque secoli che la regione appartenne alla Magna Grecia, vide un grande sviluppo culturale, commerciale e demografico.

Fu proprio in questo periodo che nacquero varie città di grande importanza nell’ epoca.
Tra queste Kroton, oggi Crotone, dove il celebre filosofo e matematico greco Pitagora, installò una scuola di grande successo che si proponeva un rinnovamento spirituale dell’ uomo.
Sempre durante la colonizzazione greca, la Calabria vide anche un forte sviluppo agricolo, acquisendo tecniche di lavorazione delle coltivazioni decisamente all’ avanguardia, in quanto alcune di queste ancora esistenti ai giorni nostri.

Nel III º sec. a. C. la Calabria fu annessa all’ Impero Romano, continuando in un buon periodo di prosperità.
Con la caduta di Roma, la regione fu sottoposta a una numerosa serie di invasioni e conquiste, dando luogo a una inevitabile decadenza della qualità di vita.
Nel V º secolo fu invasa dai Visigoti di Alarico ;
- nel VI º secolo dagli Ostrogoti di Totila ;
- successivamente fu conquistata dai Longobardi ;
- nel X º secolo fu la volta dei Bizantini ;
- nell’ XI º secolo passò sotto ai Normanni con annessione al Regno di Napoli ;
- nel XII º secolo entrarono gli Svevi capitanati da Federico II ;
- nel XIII º secolo il Regno di Napoli, al quale anche la Calabria faceva ancora parte, passò agli Angioini, i quali rivitalizzarono in parte, dal punto di vista politico, il Meridione italiano ;
- dal XIV º secolo appartenne agli Aragonesi ;
- nel XVI º secolo la Calabria attraversò uno dei periodi più scuri della sua storia, sempre sotto il Governo di Spagna;
- durante il periodo napoleonico la regione rifiorì dal punto di vista culturale ;
- nel XVIII º secolo fu annessa al Regno borbonico ;
- nel 1860 infine, dopo le scorrerie dell’ esercito garibaldino, la Calabria fu definitivamente annessa al nuovo Regno d’ Italia.



ATTIVITÀ ECONOMICHE

L’ attività prevalente è quella agricola che vede negli agrumi, viti e ulivi, le coltivazioni principali.
Tra gli agrumi molto intensa è la produzione del bergamotto, del quale la Calabria è conosciuta mondialmente.
Buone anche le produzioni di ortaggi, legumi, cereali, frutta e fiori,
Ben sviluppati ancora gli allevamenti ovini, bovini e la pesca che ha nei porti di Reggio Calabria e Tropea i maggiori punti di riferimento.

L’ industria non si è molto ramificata a causa della povertà del sottosuolo e della scarsità delle vie di comunicazione.
Le poche e piccole realtà operano soprattutto nei settori chimico, metallurgico, alimentare, tessile ed edilizio. Il turismo invece è molto attivo, contribuendo con grande percentuale alla ricchezza complessiva regionale.
Oltre alle località balneari di Tropea, Paola, Capo Rizzuto, Scalea e Crotone, l’ amministrazione regionale ha investito anche nel turismo invernale con gli impanti sportivi della Sila e dell’ Aspromonte.
Nella Calabria esistono anche alcune aree protette come quella del Pollino e della Sila, zone naturali d incomparabile bellezza destinate alla conservazione faunistica e alla protezione del patrimonio boschivo.



LA VOSTRA VACANZA

Entrando dalla Basilicata, per cominciare la vostra vacanza calabra, dirigetevi verso la costa ionica.
A una sessantina di chilometri dal Parco Nazionale del Monte Pollino fermatevi a Rossano, bella cittadina di 35.000 abitanti nella provincia di Cosenza.
Qui potrete ammirare la bellissima Chiesa Bizantina di San Marco del X º sec. e l’ antico Arcivescovado dove è conservato un prezioso manoscritto del VI º sec., denominato ‘‘ Codex Purpureus ’’.
Da Rossano dirigetevi verso Cirò Marina, che insieme a Cirò ( situata a pochi chilometri di distanza nell’ entroterra ), costituisce il cuore della produzione del vino calabro più famoso.
Cirò Marina è molto vicina alla Punta Alice, il famoso ‘‘ Krimisia promontorium ’’ degli antichi, dove ancora oggi è possibile ammirare i resti del Tempio di Apollo Aleo risalente al V º sec. a. C. .
Da Cirò Marina scendete a Crotone distante poco più di 35 chilometri.

La città di 65.000 abitanti fu fondata nel 710 a. C. dai Greci con il nome di Kroton.
Qui meritano una visita il Duomo del XVI º sec., il Castello del XIV º sec., e un interessantissimo Museo Archeologico che conserva ceramiche e terracotte di origini greche, e vari reperti preistorici. Non distante, a Capo Colonna che è l’ estremità Est massima della regione, esiste un’ area archeologica dove vale la pena vedere i resti di un antico Teatro greco e il Tempio di Hera Lacinia.
A questo punto recatevi nel cuore della Calabria, rappresentato dal Massiccio della Sila.
Questa affascinante regione montuosa è un vero paradiso per gli amanti della natura.
Molto sviluppato è il turismo e non mancherà l’ occasione per riposarsi e rifocillarci in qualche bella località, davanti a panorami incantevoli e all’ ombra di abeti, faggi, pini e castagni.

Dalla Sila scendete verso il capoluogo regionale.
Catanzaro è una città relativamente nuova in quanto fu fondata dai Bizantini nel X º secolo.
Il Duomo, fantastico, è l’ espressione monumentale massima della città.
Proseguendo sempre in direzione Sud non mancate di visitare la bella Chiesa Cattolica di Stilo, in un classico e molto ben conservato ( tipico della regione ) stile bizantino.
Ora scendete a Locri, sempre sulla costa ionica, cittadina di 12.000 abitanti situata a circa 90 chilometri da Catanzaro e una sessantina di chilometri dalla punta Sud della regione.
La bella località balneare della provincia di Reggio Calabria, conserva uno tra i numerosi e interessantissimi musei calabri di antichità greco – romane.
La perla della zona è costituita dalle rovine dell’ antichissimo centro greco Locri Epizefira, situato a poca distanza dalla ridente cittadina locrese.
Lasciato lo Ionio, dirigetevi ora verso lo Stretto di Messina e fermatevi a Reggio Calabria.
La maggior città della regione, fondata dai Greci nell’ VIII º sec. a. C., fu un centro do notevole importanza strategica, della Magna Grecia prima, di Roma successivamente.
L’ Imperatore Ottaviano Augusto ne fece una potente base navale durante la guerra del 38 a. C. contro Sesto Pompeo.

Più volte distrutta dalle invasioni barbare, divenne un grande centro bizantino e normanno tra il X º e l’ XI º sec. .
La città odierna conserva i resti di mura pre-romane, delle Terme greco – romane, un Tempio del V º sec., e il Duomo di stile romanico dove all’ interno potrete ammirare importanti opere in stile barocco di artisti meridionali dell’ epoca.
Ma il punto turistico principale della città è senza ombra di dubbio il Museo Nazionale, dove oltre a numerosi reperti del periodo greco – romano ( armi, anfore, ceramiche, utensili, etc…), potrete ammirare i celebri Bronzi di Riace. Le due statue rinvenute in fondo al mare nel 1972, di origine greca e risalenti al V º sec. a. C. sono diventate il simbolo della città.
Prima di lasciare Reggio Calabria, godetevi una bella passeggiata nel Lungomare Matteotti : vi offrirà panorami meravigliosi dello Stretto che divide per pochissimi chilometri il Continente europeo dall’ isola della Sicilia.
Uscendo dalla città inizierete il vostro viaggio contrario, cioè in direzione Nord e sulla costa tirrenica.
Dirigetevi quindi vero Tropea, passando per le due suggestive cittadine di Palmi e Gioia Tauro.
A Tropea, distante un centinaio di chilometri da Reggio Calabria, visitate la Cattedrale del XII º sec. in stile romanico e non mancate di entrare in qualche negozio dove si vendono piccole opere artigianali in legno.
Continuate per Vibo Valentia, poco lontana, dove potrete ammirare delle mura greche, il bel Castello medioevale del XIII º sec. e il Duomo del XVIII º sec. .

Proseguendo verso Cosenza fermatevi nel famoso centro turistico di Pizzo Calabro, bella e organizzata località balneare.
Dopo circa 70 chilometri entrate in Cosenza, antica colonia greca con il nome di ‘‘ Cosentia ’’.
I principali monumenti da visitare sono la Cattedrale del XII º sec. di stile gotico, un Castello del X º sec. fondato da Federico II, e un museo con varie testimonianze delle diverse civiltà che passarono nelle zone, a cominciare dall’ antico popolo italico dei Bruzii.
Cosenza ha antiche tradizioni culturali : infatti oltre a ospitare l’ Accademia Cosentina del XVI º sec., è sede dell’ Università degli Studi della Calabria.

Da Cosenza riprendete la via del mare e dirigetevi sempre verso Nord.
Il vostro fantastico viaggio calabro terminerà con le due famose località turistico – balneari di Paola e Scalea, degno finale di una regione unica per bellezza e ricca di storia.



LA STORIA VINICOLA

La Calabria è una delle regioni italiane più antiche in materia di vini.
Sembra infatti che la viticoltura era praticata su vasta scala e profondamente conosciuta sin dal 2000 a. C., quando civiltà molto evolute come quella dei Fenici si affacciarono sulle regioni costiere introducendo la coltivazione della ‘‘ Vitis Sativa ’’.
Successivamente abitata da popoli di origine ligure–iberica, la regione diventò sede di una prospera civilizzazione originata dalla colonizzazione greca che qui si installò a partire dall’ VIII º sec. a. C. .
Si narra che il Principe Enotro fu il fondatore di ‘‘ Enotria ’’, la prima colonia greca nelle sponde italiane del Mar Ionio e che sempre lui cominciò la coltivazione della vite con nuove e migliori tecniche rispetto al suo paese.
In seguito a questi episodi, i Greci attribuirono il nome di Enotria all’ intera penisola italiana conosciuta, un nome che significava ‘‘ terre del vino ’’.

Questo entusiasmo da parte degli antichi ellenici era probabilmente dovuto al fatto che la vite in Italia rendeva vini di maggior qualità rispetto alle loro zone originali.
Nella mitologia greca gli ‘‘ enotropi ’’ ( in lingua originale ‘‘ Oinotropol ’’ ) erano tre fratelli, Oinò, Sermò e Elais, ai quali Dionisio aveva concesso il potere di trasformare l’ acqua in vino.
I vini calabresi contano pertanto in un illustre passato, con il quale pochi altri possono competere, e formano il nucleo originale delle coltivazioni organizzate dei vigneti e del commercio italiano dei vini.
I vini di Cirò, Crotone e Capo Rizzuto ottennero la massima celebrità quando venivano offerti come premio a chi si distaccava maggiormente nelle competizioni dei Giochi di Olimpia.
A tal proposito è interessante ricordare che il vino Cirò era presente come una delle bevande ufficiali dei Giochi Olimpici di Città del Messico del 1968.
Chiusa la parentesi sportiva e tornando a 2.500 anni fa, i ricchi ateniesi dell’ epoca preferivano, oltre al Cirò ( nell’ antichità ‘‘ Krimisia ’’ o ‘‘ Cremissa ’’ ), altri vini calabri famosi di quei tempi come il Sibari, il Cosentia, il Regium e il Tempsa.
Durante il periodo romano, i vini del Lazio, Campania, Piemonte e Veneto, imperarono nelle mense e nei banchetti dei nobili di Roma ; per questo i vini calabri furono dimenticati.
Successivamente però, tra il Medioevo e il Rinascimento, grazie all’ alta gradazione alcolica che li rendevano resistenti ai viaggi, i vini calabri erano imbarcati nel porto di Tropea in direzione di città come Livorno, Genova, Marsiglia, Barcellona, Valencia, Londra e Bruges, dove i feudatari, i principi e i ricchi mercanti dell’ Europa intera, deliziavano i loro pasti.
A causa delle caratteristiche del territorio, le aree effettivamente utilizzate per la coltivazione della vite non sono molto estese, ma l’ eccellente qualità dei vini calabri di oggi dimostra la perfetta eredità acquisita nel corso degli importanti e prestigiosi secoli della loro storia.
Con la sua produzione che si aggira intorno al milione di ettolitri annui, la Calabria si colloca la 16 º posto tra le regioni italiane, posizione che rimane invariata anche con i vini D.O.C. che rappresentano circa il 5 – 6 % dell’ intera produzione vinicola.
I vitigni principali a bacca nera coltivati sono il Gaglioppo, il Greco nero, il Nerello, il Cappuccio e il Cabernet Sauvignon.

Tra quelli a bacca bianca spiccano il Greco bianco, la Malvasia, il Mantonico, il Trebbiano Toscano, la Guarnaccia e il Pecorello.
I vini principali della regione sono il Cirò, il Greco di Bianco, il Lamezia, il Donnici, il Pollino, il Savuto, il Crati, il Melissa e il S. Anna di Isola di Capo Rizzuto.
La Calabria è bellissima dal punto di vista naturalistico e interessantissima nel profilo storico ; altrettanti piaceri suscitano i vari luoghi dove hanno sede le migliori produzioni vinicole.



APPUNTI DI VIAGGIO

Nel maggio del 1993, il mio amico Marco del Lago Trasimeno, il quale vi ho già presentato precedentemente in altre regioni italiane, mi contattò chiedendo una collaborazione commerciale.
‘‘ Giovanni, come ben sai, sto distribuendo il mio vino anche in altre regioni italiane e ne sto traendo delle buone soddisfazioni.
Carlo il mio distributore di Torre Annunziata che hai conosciuto un anno fa, mi ha messo in contatto poco tempo fa con Alberto, un suo collega, altro distributore di prodotti alimentari, di Reggio Calabria.
L’ occasione mi sembra buona, perlomeno dalle parole di Carlo, in quanto avrei la possibilità di entrare con i miei vini anche nel profondo Sud e non solo.
Sembra che questo distributore calabro ha contatti commerciali da diversi anni, oltre che con tutta la sua regione, anche con la Sicilia e l’ isola di Malta, e ha iniziato a vendere prodotti da qualche mese anche in Grecia ’’.
A quel punto lo interruppi.
‘‘ Marco ipotizziamo il fatto che funzioni, sei in grado di attendere la domanda di un mercato più ampio ?
Cioè la tua produzione è in grado di sostenere una improvvisa maggior vendita di bottiglie ? ’’
‘‘ Capisco la tua domanda Giovanni, a che serve conquistare altri spazi se poi non ho la possibilità di conservarli, offrendo all’ inizio una buona fornitura di un prodotto e subito dopo esaurirne le scorte.’’
Esatto – esclamai, con un leggero tono di saggio del momento, senza però sapere che Marco effettivamente non aveva minimamente trascurato questo non debole dettaglio.
‘‘ No a questo proposito non sono molto preoccupato.
Chiaro che se quest’ idea si trasforma in successo, da solo potrei avere delle difficoltà visto che la mia produzione è alta ma non elevatissima, ma al momento grazie alla collaborazione di altri viticoltori locali che mi assicurano una fornitura di uva o di vino in qualsiasi istante ne avessi bisogno, posso accontentare richieste superiori di almeno tre volte superiori a quelle che sto esaudendo oggi’’.

‘‘ Perfetto, allora spiegami come posso esserti utile ’’.
Marco continuò.
‘‘ Voglio conoscere questo grossista della Calabria, come è organizzato nello stoccaggio della merce, quali sono le condizioni che chiede ai suoi fornitori e quelle che pratica ai suoi clienti, quali altri prodotti oltre ai vini segue, etc… .

Insomma vorrei sapere come lavora e il suo grado di serietà, anche se sono ottimista perché il ‘‘ napoletano ’’ me ne ha sempre parlato bene e io Carlo lo conosco da più di otto anni, oltre ad avere varie amicizie in comune.
Bene Giovanni, arrivati a questo punto ti chiedo di scendere a Reggio Calabria e di vagliare l’ affare al mio posto ’’.
Con gli occhi semi–sbarrati e la fronte spianata risposi dopo alcuni secondi.
‘‘ Cristo Santo Marco, la responsabilità che mi stai girando non è poca, sono contento per la fiducia che mi dai, ma imbarazzato allo stesso momento.
Perché non porti avanti la questione tu personalmente ? ’’
‘‘ Esagerati impegni di lavoro, non ho neanche due giorni disponibili per fare questo viaggio e io ho fretta di concludere, negativamente o positivamente non lo so, ma sono terribilmente animato nell’ andare avanti.
Ho fretta anche perché tra quattro mesi vendemmio, se stringo un contratto di vendita con la Calabria ho bisogno di tempo necessario prima dell’ imbottigliamento.
Ho fiducia in te, conosci quanto me il mio vino, sei competitivo nelle trattative commerciali e sono convinto che dalla tua analisi io avrò la migliore cognizione su quello che fare.
Non devi firmare nulla, solamente consegnare una campionatura di bottiglie, il mio contratto per farlo leggere e prendere il suo studio per studiarmelo.

Ti offro auto, cellulare e totale rimborso spese ’’.
Quando ? – chiesi. ‘‘ Tra una decina di giorni, parti di sabato mattina presto, arrivi nel pomeriggio, ti riposi un poco e la sera ti vedi con lui.
Per la notte ti prenoto un albergo e la domenica mattina successiva ritorni con la massima calma.
Se vuoi puoi portare con te un’ altra persona, provvederò anche alle spese di lei ’’.
Accettai l’ incarico, la richiesta di Marco non mi disturbò sufficientemente per farmi rinunciare.
D’ altronde non avevo mai buttato via nessuna occasione, anche minuscola, che riguardasse sia pur indirettamente il vino.
Come concordato partì la mattina di un sabato con l’ auto del mio amico, da solo, non ritenni giusto duplicare le spese di Marco in un contatto commerciale che poteva anche non dare risultati positivi.
Naturalmente nei giorni precedenti ebbi modo di conoscere telefonicamente Alberto, organizzando il luogo e l’ ipotetico orario di incontro.
Alle 11.00, dopo poco più di quattro ore di viaggio, mi fermai subito dopo aver superato Napoli, concedendomi un breve riposino.
Ripresi il viaggio circa 40 minuti dopo con la ferma intenzione di proseguire direttamente fino a Reggio Calabria.
Alle 16.30 arrivai alle porte della città dove non ebbi difficoltà a incontrare Alberto, in continuo contatto telefonico con me durante il viaggio.
Ero particolarmente stanco, oltre otto ore di viaggio senza compagnia, né con l’ ausilio di un autoradio ( Marco non è mai stato un appassionato di musica ).
A completamento, le ultime due ore di viaggio le passai sotto un sole mediterraneo instancabile con temperatura che sfiorava i 30 gradi.

In Calabria l’ estate arrivò in anticipo quell’ anno.
Alberto, tipo simpatico, sorridente, poco più di 50 anni, mi accompagnò all’ albergo dove Marco effettuò la prenotazione e mi disse che sarebbe passato a prendermi tra due ore, dove saremmo andati a visitare il suo magazzino e a cenare subito dopo.
Puntualmente tornò e con la sua auto ci recammo in una zona industriale nella periferia della città.
Qui constatai che la sua organizzazione non era assolutamente uno scherzo.

Il capannone nuovo di 2.000 metri quadrati, di un elegante giallo molto chiaro, era a due piani e totalmente climatizzato.
Nel piano terreno, un elegante ufficio con alcuni computer, telefax, stampanti e altre diavolerie tecnologiche, dava bella mostra di se protetto da grandi vetrate subito dopo l’ ingresso.
Per il resto il piano era tappezzato di scaffalature con una moltitudine di prodotti in conserva, rigorosamente in vasetti di vetro.

Capperi, carciofini, olive verdi e nere, asparagi, funghi di qualsiasi tipo, tartufi, sughi dei più disparati, marmellate e molto altro.
Un angolo del piano terreno era profumatamente addobbato di formaggi e salumi, tutti imballati accuratamente e pronti per eventuali spedizioni.
Ognuna di queste delizie, o perlomeno la grande maggioranza, appartenevano a piccole e medie aziende alimentari del Mezzogiorno italiano.

Il fiore all’ occhiello del magazzino era rappresentato dal piano superiore.
Ben protetto dal grande calore esterno e dalla forte intensità di aromi del piano in basso, custodiva una vera e propria cantina moderna.
Vini di ogni regione del Sud Italia, famosi e non, aziende importanti e meno conosciute, ma tutti collocati con razionalità ed eleganza ; chi lavorava in quel settore era di assoluta competenza.
‘‘ Perdemmo ’’ circa 45 minuti nella prima parte del magazzino e oltre una ora e mezzo in quella dei vini.
Ti piacciono i formaggi ? – domandò improvvisamente Alberto.
‘‘ Molto, specialmente quando accompagnati con del buon vino ’’.
Perfetto – esclamò con voce allegra – era la risposta che volevo sentire.
Detto questo mi fece accomodare a un piccolo tavolino quadrato di marmo collocato nel corridoio centrale orizzontale che tagliava in due le quattro file verticali di scaffalature colme di bottiglie di vino, grappe, limoncino, nocino, vermouth, etc… .

Poco dopo Alberto tornò con un vassoio colmo di cubetti di ‘‘ caciocavallo ’’, tipico formaggio calabro, e una bottiglia di Cirò rosso del 1991.
Qui cominciò un intenso dibattito sui vini calabri.
Non posso scrivere in poche righe tutte le curiosità che Alberto mi raccontò su tanti di quei nettari, tra queste ne voglio ricordare un paio.
*
La storia del Melissa, uno dei vini D.O.C. della costa ionica, prende vita dalla leggenda di Melisseo, un Principe al seguito di Minosse.
Dopo la morte del Re di Creta, egli riprese il mare ma una tempesta lo spinse lungo la costa Est della Calabria.
Nella zona dove approdò, i suoi sudditi, dediti all’ agricoltura e già molto esperti nell’ arte di coltivare la vite, trasformarono la campagna circostante in ricchi vigneti dai quali ottennero un vino molto pregiato.
Questa colonia fondata da Melisseo e il suo seguito, venne chiamata Melissa, nome appunto che ritroviamo sia nella piccola località omonima della provincia di Crotone, che nel vino di oggi prodotto praticamente nelle stesse zone.
Alberto mi disse inoltre che per chi non da molto credito alle leggende, ma si basa molto di più sul realismo, gli studiosi ritengono che il nome Melissa deriva dall’ espressione greca che significa ‘‘ dolce ’’ e si contrapporrebbe al Cirò, il cui suono greco invece significa ‘‘ aspro ’’.
A conferma comunque che Melissa è da secoli terra di ottimi vini qualsiasi sia la sua origine, sono le testimonianze dei scrittori latini Ovidio e Plinio il Vecchio, i quali in età romana celebrarono queste terre e i loro prodotti in più di una occasione.
L’ informatissimo grossista proseguendo quasi ininterrottamente i suoi racconti passò anche per il Savuto.

*
La maggior parte dei vini calabri provengono da vigneti protesi verso il mare.
Se analizziamo la costa tirrenica troviamo il Crati, il Donnici e il Lamezia, se invece passiamo alla costa opposta, cioè quella ionica, incontriamo il Cirò, il Melissa, il S. Anna di Isola di Capo Rizzuto e il Greco di Bianco.
Il Savuto, insieme al Pollino, è uno dei pochi vini calabri rigorosamente continentali.
L’ antico ‘‘ Sanutum ’’, decantato da Plinio e Strabone, era l’ agguerrito concorrente del Cirò nelle mense dei giganteschi banchetti romani.
Alla maggiore corposità e gradazione alcolica del più celebre vino calabro, delizia per i ‘‘ ruvidi ’’ palati dei nobili dell’ antica Roma, il Savuto rispondeva da perfetto vino dell’ entroterra, con caratteristiche di ottima beva, profumo delicato, sapore pieno e aromatico.
Caratteristiche che, non essendo comuni per un vino rosso prodotto nell’ Italia Meridionale, non mancarono di stupire positivamente gli esigenti ricchi romani.

*
L’ animatissima ‘‘ chiacchierata ’’, contornata dal profumatissimo formaggio e da quell’ incredibile vino, si interruppe quando ci rendemmo conto che erano quasi le 10.00 di sera.
‘‘ Giovanni basta per l’ amore di Dio, sta arrivando il momento per te di riposarti dopo questo lungo viaggio e ancora non abbiamo né discusso sulle condizioni commerciali e neanche cenato ’’.
Prendemmo quindi tutti i nostri rispettivi documenti e li analizzammo rapidamente, chiarendo a vicenda tutti i dubbi per l’ avvio di una collaborazione.
Scrissi mille appunti da girare a Marco, tra questi i vari punti vendita più interessanti dove il distributore calabro avrebbe collocato in un primo momento le bottiglie del vino umbro.
Alla fine del dibattito lasciai in omaggio ad Alberto le quattro bottiglie – due di bianco e due di rosso – di vino ‘‘ Colli del Trasimeno ’’ che Marco mi aveva consegnato.
Poco dopo le 23.00 uscimmo in direzione al centro della città, conversando instancabilmente sulla massima quantità possibile di dettagli che mi passavano in mente riguardanti sempre l’ eventuale futuro commerciale tra Marco e Alberto.
Era tanto il mio timore per il compito affidatomi dall’ amico che l’ unica soluzione era prendere quell’ affare come se fosse mio.
E ci riuscì, tutti i miei dubbi e le mie incertezze vennero cancellate dalle corrette regole contrattuali alle quali Alberto era abituato a lavorare.
Regole che avrebbero senz’ altro lasciato Marco tranquillo sul suo investimento.
Circa 20 minuti dopo raggiungemmo il ristorante dove immaginai che non ci avrebbero accolto così calorosamente, visto l’ orario.

Niente affatto, erano tutti amici di Alberto, dal proprietario al cameriere più giovane, passando anche per il cuoco che uscito rapidamente dalla cucina, abbracciò il simpatico distributore di prodotti alimentari.
Giovanni -esclamò- ora basta di lavoro, entriamo nella discussione più comune italiani, vino, cibo, calcio e donne !
E così fu !

‘‘ E il vino Alberto, quale scegliamo ? ’’
‘‘ Ti chiedo scusa ‘‘ perugino ’’ , se per te va bene …… a me piace il Cirò ! ’’.
Risultato : altra bottiglia di rosso della stessa azienda e della stessa annata di quello bevuto poche ore prima nel magazzino.

In attesa del primo piatto chiesi : ‘‘ Dimmi tutto quello che sai su questo vino ? ’’.
E grazie ad Alberto ora vi presento il Cirò.

*
È il più famoso tra i vini calabri ed è mondialmente esportato.
È originario della zona che raggruppa i comuni di Cirò, Cirò Marina, Melissa e Crucoli.
L’ attuale Cirò Marina, situata sulle sponde del Mar Ionio, sorge nei pressi di una antica colonia greca fondata sul ‘‘ Krimisia promontorium ’’, dove ha sede un imponente Tempio dedicato ad Apollo Aleo.
La città greca di Sibari, poco lontana e sempre sul litorale ionico, distrutta dall’ esercito di Crotone comandati dal loro capitano Milone nel 510 a. C., era in quei tempi il nucleo del commercio enologico di tutta la regione.
Si narra che per facilitare il carico delle navi con destinazione la Grecia, vennero costruiti enodotti con tubi di terracotta dove veniva collocato il vino direttamente delle colline circostanti che scendeva fino ai punti di imbarco, evitando così ogni tipo di trasporto terreno.
Quel vino, tanto prezioso ( si calcola che un appezzamento di terra coltivato a vite valeva cinque volte di più un campo coltivato a grano o altro cereale ), si chiamava ‘‘ Krimisia ’’, esattamente come il luogo dove veniva imbarcato, ed era di un livello qualitativo così grande, che veniva offerto anche ai vincitori dei Giochi di Olimpia.
Milone di Crotone, allievo della scuola di Pitagora e noto per la sua potenza muscolare, affermava che bere un poco di quel vino ogni giorno, ogni atleta poteva rafforzare la propria muscolatura.
La leggenda ci narra inoltre, che lo stesso Milone se ne somministrava almeno 10 litri al giorno, seguito da molti altri atleti, anche se non si sa con quali risultati.
Esaminando tutto questo a secoli di distanza, può anche apparire come una delle prime mosse propagandistiche di un prodotto della storia.
I Greci, entusiasti di questa regione per la ottima qualità del vino che se ne otteneva, la battezzarono con il nome di ‘‘ Enotria ’’ che significava ‘‘ Terra dove si coltiva la vite alta da terra ’’.
Il discendente diretto di quel nobile Krimisia è oggi il Cirò, coltivato con le stesse uve, e che raggiunse tra il XIV º e il XVI º secolo il massimo splendore.
Agli inizi del 1900 con l’ arrivo del flagello della fillossera, i vigneti furono quasi totalmente distrutti e nel corso di quest’ ultimo secolo furono effettuati degli sforzi enormi per riportare il vino a eccellenti standard qualitativi e quantitativi.
Dal 1969 è vino D.O.C. ed esiste in tre versioni :
- Bianco con vitigno Greco bianco al 90 % e Trebbiano Toscano al 10 % ( Bianco Classico per quelli prodotti nei comuni di Cirò e Cirò Marina ) ;
- Rosso con vitigno Gaglioppo al 95 %, Trebbiano Toscano e/o Greco bianco al 5 % ( Rosso Classico, Rosso Superiore con gradazione alcolica minima di 13.5 gradi e Rosso Riserva con invecchiamento minimo di 26 mesi ) ;
- Rosato ottenuto con le stesse uve del rosso ma con vinificazione diversa.
Il Bianco ha un profumo molto caratteristico e fruttato in alcune produzioni, il sapore è delicato, armonico, secco.
Il Rosso è dotato di aromi gradevoli, delicati, ma intensamente vinosi, il sapore, di corpo, è caldo, armonico, vellutato con l’ invecchiamento.
Il Rosato ha caratteristiche intermedie, presenta un aroma gradevole, fresco e caratteristico, il sapore delicato e armonico, di medio corpo.
Il Bianco si abbina a preparazioni di pesce di varia struttura come cocktail di scampi, carpaccio di pesce spada, risotto con le vongole, pesci al forno o al cartoccio, ma anche verdure miste grigliate o ripiene e funghi trifolati.
Il rosato, oltre a essere un elegante vino da tutto pasto, accompagna sostanzialmente le stesse preparazioni del Bianco più alcuni primi piatti a base di pesce, legumi o verdure, e formaggi di media stagionatura.
Il Rosso, più corposo e caratterizzato, è ideale accompagnarlo con portate più strutturate : paste al ragù, lasagne al forno, cannelloni ripieni di carne, carni sia bianche saporite che rosse, soprattutto arrosto o alla griglia.
Le versioni Superiore e Riserva si stappano in particolari occasioni, pranzi memorabili con grandi capi di selvaggina.
Sono ottimi inoltre con formaggi ben saporiti e lungamente stagionati.


CARATTERISTICHE DEL CIRÒ

GRADAZIONE ALCOLICA - Bianco 9 gradi Rosato 13 Rosso 12.5 Rosso Superiore 13.5
Rosso Riserva 13.5

COLORE - Bianco – giallo paglierino più o meno intenso Rosato - rosa più o meno intenso
Rosso - rosso rubino più o meno intenso con sfumature ambrate quando invecchiato

TEMPERATURA DI SERVIZIO - Bianco 10 gradi Rosato 14 Rosso 18
Rosso Superiore 18 – 20 Rosso Riserva 18 – 20
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Al momento del dessert Alberto chiamò il proprietario del ristorante e gli bisbigliò alcune parole all’ orecchio.
Poco dopo l’ amico di Alberto tornò con due piccoli calici contenenti del vino di un bel colore giallo dorato.
Esperimenta questo capolavoro con la crostata – mi disse fieramente il grossista.
Quel vino aveva un profumo inebriante, molto alcolico, penetrante, il sapore era morbido, armonico, caldo, con un retrogusto che mi ricordava alcuni frutti come i fichi e l’ uva passa.
Che cos’ è questa meraviglia ? – chiesi stupito.
‘‘ Questi due bicchieri contengono i ‘‘ Bronzi di Riace ’’ dell’ enologia calabra : il Greco di Bianco, il vino Re della mia città ’’.
Forse Alberto esagerò un poco abbinando quel vino alle famose due statue greche, ma vi assicuro che quel ‘‘ dorato ’’ era dotato di un grande fascino come la storia che mi venne narrata subito dopo.
Il Greco di Bianco, ottenuto dal vitigno omonimo nella zona circostante la località balneare di Bianco, nella Calabria Sud – orientale, era denominato ‘‘ Greco di Gerace ’’ prima che Bianco, una volta frazione di Gerace, diventasse comune autonomo.
Questo vino può essere considerato uno dei più rari e pregiati vini italiani da dessert ed è ottenuto da pochi e ben definiti vigneti situati nella provincia di Reggio Calabria.
Il Greco di Bianco è un vitigno proveniente dalla Grecia, dalla quale sembra sia stato importato nell’ VIII º secolo a. C. .
La storia mette in risalto i pregi di questo antichissimo vino quando racconta l’ impresa che nel 560 a. C. vide protagonisti 10.000 Locresi, i quali rinvigoriti e rincuorati da abbondanti libagioni di Greco, riuscirono a sconfiggere l’ esercito di Crotone composto da oltre 100.000 uomini.
Il Greco di Bianco, D.O.C. dal 1980, viene vinificato con il vitigno omonimo minimo per il 95 %, il restante 5 % con altri vitigni a frutto bianco raccomandati o autorizzati per la zona.
Dopo la vendemmia i grappoli sono messi ad appassire su degli appositi graticci, vengono esposti al sole ed essiccati per alcuni giorni.
Il vino ottenuto deve invecchiare nel luogo di produzione almeno 13 mesi prima della collocazione in commercio.
È un vino con gradazione alcolica abbastanza elevata, dolce ma mai eccessivamente.
Queste caratteristiche lo rendono perfetto anche come vino da meditazione.
Grazie alla sua struttura e al suo tasso alcolico, è anche particolarmente longevo e può essere conservato in cantina per un decennio.
Il Greco di Bianco giovane si può abbinare con dolci vari come il panettone, torte di frutta, zuppe inglesi o budini, mentre le versioni più invecchiate, oltre alle sopracitate destinazioni e formaggi erborinati, si può stappare con gli amici alla fine di un pasto ricco e abbondante, come digestivo in sostituzione dei distillati.


CARATTERISTICHE DEL GRECO DI BIANCO

GRADAZIONE ALCOLICA - 17 gradi

COLORE - giallo tendente al dorato con riflessi ambrati

TEMPERATURA DI SERVIZIO - 10 gradi per i più giovani 12 gradi per le versioni invecchiate

Per concludere questo capitolo dedicato alla ‘‘ superba ’’ regione calabra, voglio solo aggiungere che per motivi di produzione e di alcune incomprensioni con viticoltori vicini, Marco, il mio amico dei ‘‘ Colli del Trasimeno ’’, non ebbe l’ opportunità di estendere la sua vendita in Calabria.
Un gran peccato perché ebbi modo do risentire Alberto molto tempo più avanti ; mi disse che stava per entrare con qualche prodotto anche in alcuni Paesi dell’ Europa dell’ Est.
Però recentemente, con l’ acquisto di nuovi terreni e la messa a dimora di altri vigneti, tra qualche anno la produzione di Marco sarà decisamente maggiore.
Per questo quindi, ho certezza che tra non molto tempo il caro amico del ‘‘ grande lago ’’ ritornerà alla carica per conquistare altri confini e ricevere ulteriori soddisfazioni, che si affiancheranno a quelle già esistenti di Umbria, Lazio e Campania.
Grande Marco, rispecchi fedelmente il tipico umbro, timido e chiuso, ma allo stesso tempo animato e lottatore.

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